All’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari si intrecciano storie di ritorni, innovazione e passione per la ricerca scientifica. In questa puntata del podcast del Progetto Tornanza, abbiamo incontrato il dottor Attilio Guarini, dirigente di ematologia e terapia cellulare, e la dottoressa Maria Carmela Vegliante, biotecnologa e ricercatrice, che ci hanno raccontato il loro percorso professionale e la missione di far crescere la ricerca in Puglia.
La visione del Dottor Guarini: attrazione di talenti per un sud protagonista
Dieci anni fa, il dottor Attilio Guarini iniziava a costruire il suo laboratorio con una visione chiara: far rientrare i cervelli e trasformare il Sud in un polo di eccellenza per la ricerca oncologica. Grazie al sostegno di donatori anonimi, il laboratorio ha iniziato a dotarsi di strumenti avanzati, creando un’attrazione per giovani ricercatori da tutta Italia.
“Abbiamo riprodotto il modello dell’equipaggio di una barca a vela,” racconta Guarini. “Ognuno porta una competenza specifica, lavoriamo insieme per un obiettivo comune. Così abbiamo invertito la direzione del corriere: non siamo più solo portatori d’acqua, ma riceviamo campioni da tutta Italia e dall’estero.”
Il risultato? Una crescita esponenziale in termini di prestigio nazionale e internazionale, rendendo l’Istituto Tumori di Bari un punto di riferimento nella ricerca ematologica.
Maria Carmela Vegliante: Il ritorno a Bari per fare la differenza
La dottoressa Maria Carmela Vegliante rappresenta una delle tante storie di ritorno. Dopo aver lavorato per oltre quattro anni presso un centro di ricerca oncologica a Barcellona, ha scelto di tornare a Bari, motivata da ragioni personali e dalla voglia di contribuire al territorio. “Tornare è stato anche un modo per ritrovare un equilibrio tra lavoro e vita personale,” spiega.
Nel laboratorio, Maria Carmela coordina progetti di ricerca sui linfomi aggressivi, con un focus sullo studio del microambiente tumorale. Il suo lavoro ha portato a collaborazioni di alto livello con istituti come l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, consolidando un ponte scientifico tra Bari e altre eccellenze nazionali e internazionali.
“Fare ricerca è una passione,” afferma Maria Carmela. “Lavorare in questo campo significa contribuire al bene dei pazienti, trovando nuove cure per malattie che, ancora oggi, sono difficili da combattere.” La ricerca sui linfomi, tumori del sangue che colpiscono i linfociti, è al centro del lavoro dell’istituto. Diagnosi precoci e prevenzione restano le armi principali per combattere il cancro.
Maria Carmela sottolinea anche come la ricerca sia cresciuta grazie a importanti finanziamenti, inclusi fondi europei e regionali. “Oggi lavoriamo con strumenti all’avanguardia, ma il nostro obiettivo è puntare sempre più in alto,” afferma con determinazione.
La scienza come un viaggio
Attraverso la rubrica “Lato finestrino,” Maria Carmela ha condiviso momenti significativi del suo percorso. Dalla vita da fuorisede a Barcellona, dove ha stretto legami profondi con coinquilini e colleghi, al giorno della discussione della sua tesi di dottorato, Maria Carmela ha raccontato con emozione come ogni tappa del suo viaggio abbia contribuito alla sua crescita personale e professionale.
“Barcellona mi manca,” ammette, “ma sono felice di essere tornata. Fare ricerca a Bari mi dà la possibilità di realizzare i miei sogni e contribuire a qualcosa di importante
.
![](https://www.latornanza.it/wp-content/uploads/2025/01/Screenshot-2025-01-16-174305.png)
Guardando al futuro, Maria Carmela individua tre parole chiave: pazienza, motivazione e speranza. “La ricerca ha fatto passi enormi, ma il tumore si adatta. Dobbiamo continuare a sviluppare strumenti sempre più sofisticati per affrontare questa sfida.”
Il dottor Guarini chiude con una nota ironica, ma significativa: “Formare giovani medici e ricercatori è anche un atto egoistico: un giorno, quando sarò anziano, voglio essere curato da professionisti di altissimo livello.”