Molti ricorderanno il mitico calciatore brasiliano Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, meglio noto come Sócrates che negli anni 80 militava nelle fila della Fiorentina dell’era Antognoni. Il padre proveniente da una famiglia povera dell’Amazzonia era un autodidatta e appassionato di lettura, amava i classici greci, da cui il nome del figlio. Lo chiama come il filosofo greco dopo aver letto “La Repubblica” di Platone e lo manda a scuola e all’università, permettendogli di laurearsi in medicina. Inizialmente Sócrates non esercita la professione, preferendo l’attività di calciatore. Centrocampista longilineo propenso alla manovra e dotato di una visione del gioco notevole, era anche un ottimo realizzatore, dal tiro potente ed estremamente preciso.
Ma la vera specialità era il calcio d’angolo, da cui poteva anche tirare direttamente in porta. L’effetto che poteva imprimere alla palla era avvolgente con una traiettoria imprevedibile. Sotto certi aspetti l’esatto contrario di quello che normalmente accade nel calcio, notoriamente il gioco di squadra per eccellenza, lui preferiva allenarsi da solo, caratterialmente, era un eccentrico ribelle.
Un think different da ammirare per quello stile inconfondibile, quel passo indifferente, quella visione di gioco autonoma.
Nel 1984 venne acquistato dalla Fiorentina per 5,3 miliardi di lire e gli fu riconosciuto un ingaggio astronomico per quei tempi, ma la cosa più interessante e che il contratto prevedeva fra l’altro 18 biglietti aerei andata e ritorno col Concorde per Rio de Janeiro da Parigi ed un corso di specializzazione in ortopedia con un luminare italiano. I tifosi si aspettarono molto da questo giocatore. In realtà deluse le attese, dimostrandosi troppo lento per il gioco della squadra. Socrates come molti altri giocatori brasiliani di quei tempi era integralmente connesso con le sue origini, per lui la Tornanza era un’esigenza e la scelta di lasciare il suo paese nasceva solo dal desiderio di conoscenza infatti arrivato a Firenze dichiarò a tutti i giornalisti di essere venuto a giocare in Italia “per leggere Gramsci in lingua originale”.
Questi valori profondi hanno caratterizzato tutta la sua vita. La lettura in lingua originale è un sublime salto culturale che comporta non solo la conoscenza della lingua ma soprattutto il desiderio di non volere interpreti nella cultura. La fiducia riposta nell’interposizione letteraria è un rifugio insicuro che può allontanarci dalla riva e lasciarci in balia delle onde interpretative una sorta di sospensione senza meta. Per questo l’energia del tornante è spesso più forte di quella del restante, poiché vivere personalmente esperienze in luoghi diversi con culture diverse rafforza la convinzione del proprio potenziale applicativo. Il vivere direttamente significa imparare senza filtri.
La Tornanza non esclude il progresso. La Tornanza lo contempla e lo cerca in maniera forte e decisa ma integra il concetto di consapevolezza. Chi è partito per conoscere, chi ha deciso di perseguire la conoscenza per tornare “diverso”, “evoluto” ha la contezza del mondo, sa cosa cercare e sa a cosa puntare nella costruzione del futuro.
Socrates rappresenta il simbolo di una generazione brasiliana orgogliosa e allegra che ha conquistato il mondo con la sua cultura calcistica, sogno di ogni adolescente calciatore che a quei miti si ispirava. Oggi il calcio è tutta un’altra cosa.
Nato molto tempo prima 470 a.C. Socrate, figlio di Sofronisco del demo di Alopece, è stato un filosofo greco antico, tra i più importanti esponenti della tradizione filosofica occidentale, riconosciuto come padre fondatore dell’etica o filosofia morale, ma quello che più ricordo di questo grande filosofo è soprattutto il suo impegno a far pensare gli uomini.
Proprio come Socrates da magico centrocampista distribuiva assist. Ecco che le due figure Socrates e Socrate si incrociano e si mescolano in due filoni di ricerca diversi nello spazio-tempo ma anche nell’area culturale, cercando entrambi nella loro scienza i giusti fondamenti, le infinite facce con cui il sapere si presenta, per rimettere tutto in discussione.