Dalla Cina a Bari: Giacomo Volpe e la sfida per combattere le leucemie
di FLAVIO ROBERTO ALBANO
10 Gennaio 2025

All’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, il dottor Attilio Guarini ci accoglie per raccontarci la sua visione e il suo impegno per far tornare eccellenze scientifiche in Puglia. Guarini, dirigente di Ematologia e Terapie Cellulari, ha iniziato a costruire il suo “piccolo mondo” nel 2011. Grazie a una rete di donatori e alla sua esperienza nel lavoro di squadra, ispirata dalle sue passioni per la barca a vela, ha dato vita a un centro riconosciuto a livello nazionale. “Viviamo in un villaggio globale”, spiega Guarini, sottolineando come la collaborazione internazionale sia alla base della medicina moderna. L’obiettivo è chiaro: attrarre talenti e costruire un futuro di eccellenza nel Sud Italia.

Guarini racconta anche il successo del suo team, con un collaboratore, il dottor Ciavarella, che sarà moderatore a un evento della Società Americana di Ematologia a San Diego. Il progetto di Guarini non si limita alla scienza, ma punta a costruire un sistema sanitario e di ricerca che attiri giovani e crei opportunità in Puglia.

Giacomo Volpe: dalla Cina a Bari con la passione per la ricerca

Giacomo Volpe, scienziato biomedico, racconta il suo percorso che lo ha portato da Birmingham alla Cina, per poi tornare in Italia. Dopo aver trascorso 14 anni in Inghilterra per il suo PhD e una carriera accademica di successo, è stato invitato a tenere un seminario a Guangzhou, in Cina. Qui ha ricevuto un’offerta di lavoro irresistibile, che lo ha portato a trascorrere tre anni in un ambiente scientifico all’avanguardia.

Volpe descrive la resilienza cinese e la calma britannica come due lezioni fondamentali del suo percorso internazionale. Tuttavia, il richiamo di casa e l’incontro con il dottor Guarini lo hanno convinto a tornare a Bari nel 2021. “La Puglia di oggi non è quella di 20 anni fa”, sottolinea, evidenziando il miglioramento delle infrastrutture e delle opportunità.

Innovazione nella ricerca sulle leucemie

Oggi Volpe coordina le attività di ricerca dell’Unità Leucemie dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II. Il suo lavoro si concentra sulla creazione di modelli cellulari per studiare come le mutazioni genetiche trasformino le cellule sane in patologiche. Il suo obiettivo è superare i limiti dei modelli attuali, creando cellule staminali specifiche per studiare le malattie in modo più accurato.

Grazie al finanziamento di un milione di euro per la ricerca sulle leucemie mieloidi acute, Volpe ha potuto sviluppare tecnologie innovative. Tuttavia, sottolinea che, sebbene il finanziamento sia significativo, i costi elevati della ricerca richiederebbero un accesso più ampio ai fondi. “In Cina e Inghilterra si investe molto di più nella ricerca”, ammette, ma il suo impegno a Bari resta incrollabile.

Scienza, passione e un ritorno alle radici

Per Volpe, la passione è il motore della ricerca. “Devi avere il ‘prico’”, afferma, usando un termine locale che significa energia e determinazione. La sua dedizione alla scienza è alimentata anche da esperienze personali, come la perdita di un fratello a causa di una malattia ematologica. Questa tragedia lo spinge a lavorare ogni giorno per aiutare chi soffre.

Guardando al futuro, Volpe si dice soddisfatto del suo ritorno. “Mi sento a casa, con colleghi e amici che rendono il lavoro più sereno e produttivo”, conclude. La sua storia è un esempio di come il ritorno alle radici possa essere un atto di crescita personale e professionale, arricchito da esperienze internazionali.

Guarda la puntata 👇